Uno spaccato della società italiana tra gli anni ‘50 e la fine degli anni ’60 ritratta da un punto di vista particolare, quello delle vacanze e delle spiagge. Quarantaquattro film... Leggi tutto
Uno spaccato della società italiana tra gli anni ‘50 e la fine degli anni ’60 ritratta da un punto di vista particolare, quello delle vacanze e delle spiagge. Quarantaquattro film recensiti, curiosità, interviste e costumi dell’epoca, da Luciano Emmer ai fratelli Vanzina.
“Il cinema balneare è il teatro dove va in scena la vera commedia umana italiana. Talvolta leggera, altre volte cinica, spesso sentimentale. Il cinema italiano ha trovato nelle estati una linfa inesauribile, a conferma di ciò arriva puntuale il volume di Valeria Raffa Veneri sulla sabbia che analizza in maniera attentissima e sagace il genere, dal dopoguerra a oggi. Un immaginario immenso. Anche se spogliato e in costume da bagno.”
Enrico Vanzina
Nel mese di agosto il tempo si cristallizzava. L’Italia assisteva a un vero e proprio esodo dalle grandi città verso le località di villeggiatura, complice la costruzione di circa 1000 km di autostrade sulle quali si formavano lunghe code in direzione delle mete più gettonate.
Le vacanze al mare erano una conquista sociale che permetteva all’impiegato, all’artigiano o al pizzaiolo di piantare l’ombrellone accanto all’imprenditore e magari fare anche amicizia. Le spiagge italiane degli anni Cinquanta erano semideserte, il mare uno sfondo poetico e la vita balneare quasi del tutto pacifica. Innocenza e buoni sentimenti, accompagnati da qualche scherzo bonario, regnavano sulle spiagge della rinascita, atmosfere molto distanti da quelle degli stabilimenti degli anni Sessanta: brulicanti, chiassosi e consumistici. Tuttavia, come avviene ora, ogni stagione estiva era una promessa alla quale ci si preparava.
Le donne erano al centro del desiderio di libertà di un Paese: le passerelle di legno diventavano défilé di curve e bikini e le Veneri, spiate nelle cabine, ammirate sul bagnasciuga, non erano solo corpi da desiderare ma “Dee ex machina” senza le quali il cinema balneare non sarebbe esistito.
Valeria Raffa, creativa classe 1970, si diploma in Scenografia teatrale e televisiva all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1993 con una tesi sull’eclettismo Liberty a Milano. Dagli anni Novanta si occupa di strategia, comunicazione e design collaborando con brand internazionali di largo consumo. Appassionata di cinema e di cultura artistica pop, nel 2009 dà vita a un’agenzia di branding con il nome del primo colossal del cinema muto italiano, Cabiria* (1914) di G.Pastrone. Amante degli animali e in particolare dei felini, vive a Milano, dove lavora. Veneri sulla sabbia è il suo primo libro.